La notizia è ora ufficiale e conferma una tendenza ormai consolidata: l’entrata in vigore della Plastic Tax e della Sugar Tax in Italia è stata nuovamente rinviata, questa volta al 1° luglio 2027. È l’ottavo rinvio per la tassa sulla plastica, introdotta ormai nel lontano 2020.
Per un responsabile R&D, acquisti o qualità nei settori alimentare, cosmetico o farmaceutico, questa notizia ha un doppio volto. Da un lato, rappresenta un sollievo immediato sui costi di approvvigionamento. Dall’altro, prolunga uno stato di incertezza normativa che rende complessa la pianificazione strategica a lungo termine.
Mentre la pressione fiscale italiana rallenta, quella normativa europea, spinta dal regolamento imballaggi (PPWR), accelera. Come navigare questa apparente contraddizione?
In questo articolo, analizzeremo il quadro tecnico-normativo del rinvio, le implicazioni operative immediate per le aziende e, soprattutto, perché fermare ora i progetti di transizione del packaging sarebbe un errore strategico. Non si tratta più di se cambiare, ma di come gestire il cambiamento senza la pressione immediata della tassa.
Il quadro normativo: anatomia di un rinvio annunciato
Per capire le implicazioni del rinvio, dobbiamo prima definire con precisione di cosa stiamo parlando. Le due imposte, pur spesso accorpate mediaticamente, sono distinte:
- La plastic Tax (L. 160/2019):
- cos’è: un’imposta di 0,45 € per ogni chilogrammo di plastica contenuta nei MACSI (Manufatti con Singolo Impiego) destinati al consumo.
- chi colpisce: principalmente gli imballaggi primari non riutilizzabili. Sono esclusi (tra gli altri) i materiali compostabili (UNI EN 13432) e quelli provenienti da riciclo.
- obiettivo (dichiarato): disincentivare l’uso di plastica vergine monouso.
- La Sugar Tax:
- cos’è: un’imposta sul consumo di bevande analcoliche edulcorate (con zuccheri aggiunti o dolcificanti).
Introdotte entrambe con la legge di bilancio 2020, la loro applicazione è stata un continuo “stop and go”. L’ultimo slittamento è stato formalizzato con il decreto-legge n. 39 del 29 marzo 2024 (il cosiddetto “decreto superbonus”), convertito in legge a maggio 2024. Come riportato da fonti specializzate come polimerica e alimentando, la nuova data di decorrenza è fissata al 1° luglio 2027.
Comprendere la definizione esatta di MACSI è fondamentale. Non si parla di tutta la plastica, ma di quella monouso. Per un responsabile tecnico, questo significa che la conformità (o l’esenzione) dipende da una corretta classificazione del packaging primario, un’attività che richiede un dialogo tecnico approfondito con i fornitori.
Oltre la burocrazia: l’impatto reale sul settore alimentare
Ma perché queste tasse sono così controverse e costantemente rinviate? Le associazioni di categoria, come Unionplast, hanno più volte sottolineato come la Plastic Tax italiana sia, nella sua concezione, più una tassa “di scopo” (per generare gettito) che “ambientale”.
La critica principale è che colpisce il materiale (la plastica) e non il comportamento (es. la gestione scorretta del fine vita o il littering).
L’industria del packaging non è ferma. Il settore alimentare, in particolare, utilizza la plastica per ragioni tecniche precise: sicurezza, conservazione (shelf-life), barriera contro ossigeno e contaminanti, e leggerezza (che impatta sui costi di trasporto). Il problema dei rifiuti è reale. secondo gli ultimi dati consolidati Eurostat (relativi al 2021), nell’unione europea sono stati generati 35,9 kg di rifiuti di imballaggio in plastica per abitante.
Questo dato ci dice che la sfida esiste. La domanda è: una tassa nazionale è la risposta giusta, o distoglie risorse da investimenti più strutturali in ecodesign e infrastrutture di riciclo?
L’ottavo rinvio
Lo sapevi che questo è l’ottavo rinvio per la Plastic Tax? Questo “limbo” normativo di quasi cinque anni ha un costo nascosto. Rende difficile per i responsabili acquisti definire budget pluriennali e per i team R&D giustificare investimenti onerosi in R-PET (PET riciclato) o nuovi polimeri, quando il ritorno economico (evitare la tassa) continua a slittare.
Implicazioni pratiche: respiro di sollievo o tempo perso?
Il rinvio al 2027 offre, innegabilmente, ossigeno finanziario. Quei 0,45 €/kg, che avrebbero inciso pesantemente sui costi di produzione di vaschette, film e flaconi, restano (per ora) fuori dal conto economico.
Tuttavia, interpretare questo rinvio come un “liberi tutti” è pericoloso.
Esempio concreto: prendiamo un’azienda alimentare che produce piatti pronti. Il suo team R&D stava lavorando da un anno alla sostituzione delle vaschette in APET (PET vergine) con soluzioni in R-PET (PET riciclato) o monomateriali in PP (polipropilene) più facilmente riciclabili. L’obiettivo era duplice: anticipare la Plastic Tax e rispondere alle richieste della GDO.
Cosa succede ora?
- Rischio: il management, vedendo il rinvio della tassa, potrebbe de-prioritizzare il progetto per concentrarsi su riduzioni di costo immediate.
- Realtà: la GDO e i consumatori finali non hanno rinviato le loro richieste di sostenibilità. Anzi, la pressione è in aumento.
Fermare l’innovazione oggi significa rischiare di perdere quote di mercato domani, a vantaggio di competitor che hanno continuato a investire. Il costo della non-innovazione è quasi sempre superiore al costo di una tassa.
Tendenze future: perché il rinvio della tassa non ferma la sostenibilità
Il vero motore del cambiamento nel packaging non è (e non è mai stata) la sola Plastic Tax italiana. Il driver strategico, oggi, ha un’altra sigla: PPWR (Packaging and Packaging Waste Regulation).
Il nuovo regolamento imballaggi dell’unione europea, che sta finalizzando il suo iter, imporrà regole stringenti e armonizzate per tutti i 27 Stati membri. A differenza della tassa italiana, il PPWR non si concentra (solo) sul costo, ma sulla progettazione.
Le tendenze che guideranno il settore da qui al 2027 sono chiare:
- design for recycling: gli imballaggi dovranno essere progettati per essere riciclabili su scala industriale. Questo spingerà all’abbandono di materiali complessi o multistrato non separabili.
- contenuto riciclato minimo: il PPWR stabilirà percentuali obbligatorie di contenuto riciclato (es. R-PET, R-PE) per molti tipi di imballaggi, inclusi quelli a contatto alimentare.
- riduzione e riuso: ci saranno obiettivi vincolanti di riduzione del packaging superfluo (overpackaging).
In questo scenario, il rinvio della tassa italiana va visto come un’opportunità strategica: è tempo guadagnato non per fermarsi, ma per allineare i propri imballaggi primari ai requisiti del PPWR, senza l’affanno di una scadenza fiscale immediata.
È qui che un intermediario tecnico-commerciale come GLPS, con il suo network di partner produttivi qualificati, gioca un ruolo chiave: non solo fornire un flacone o un vasetto, ma mappare le alternative (es. monomateriali vs riciclati) e supportare l’R&D del cliente nel validare la soluzione tecnicamente più performante e strategicamente più lungimirante, che sia un pallet in plastica riciclata o un sistema di etichettatura che faciliti il riciclo.
Conclusione
Il rinvio della Plastic e Sugar Tax al 1° luglio 2027 chiude un capitolo di incertezza a breve termine, ma ne lascia aperti molti altri a medio termine. Se da un lato l’industria alimentare, cosmetica e farmaceutica può tirare un sospiro di sollievo finanziario, dall’altro non deve abbassare la guardia.
I punti chiave da portare a casa sono tre:
- la tassa è rinviata, non cancellata: la sua esistenza (seppur dormiente) conferma l’attenzione del legislatore sui materiali.
- il mercato non aspetta: consumatori e GDO premiano già oggi le scelte di packaging sostenibile.
- il PPWR è il vero driver: è il regolamento europeo la vera bussola che deve orientare le scelte di R&D e acquisti da qui al 2030.
Usare questo tempo extra per accelerare la transizione verso soluzioni “PPWR-compliant”, testare materiali innovativi e ottimizzare la filiera è la mossa più intelligente che un’azienda possa fare oggi.
L’incertezza normativa richiede partner affidabili e tecnicamente preparati. Se il tuo team R&D o Acquisti sta valutando alternative di packaging primario per anticipare le normative e rispondere al mercato, il nostro team è a disposizione.
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Fonti utilizzate e citate:
- Alimentando.info. (2024). Plastic e sugar tax rinviate al 2027. https://www.alimentando.info/plastic-e-sugar-tax-rinviate-al-2027/
- Polimerica.it. (2024). Plastic e sugar tax rinviate al 2027. https://www.polimerica.it/articolo.asp?id=34676
- Eurostat. (2023). Packaging waste statistics. [Dati aggiornati al 2021, consultabili sul portale Eurostat dedicato alle statistiche ambientali].