“Bioplastica, carta rivestita, packaging compostabile”: il mercato del packaging negli ultimi anni ha moltiplicato le proposte “eco”, presentandole come soluzioni definitive al problema ambientale. Ma la verità – che pochi vogliono vedere – è che non esiste un materiale universalmente “verde”. Dipende da prodotto, contesto di distribuzione, catena del riciclo, uso e fine vita.
Oggi più che mai, le aziende alimentari, cosmetiche o industriali, non possono permettersi slogan eco senza sostanza: servono decisioni basate su numeri reali — LCA, costi totali, logistica, compatibilità linee — se vogliono essere davvero sostenibili e non solo “greenwashing”.
In questo articolo smonto cinque dei miti più diffusi sulla sostenibilità del packaging e propongo un framework decisionale concreto. Infine suggerisco come applicarlo a un caso pratico (vasetto yogurt 125 g), chiarendo limiti e condizioni.
Se stai valutando un cambio materiale, o progetti nuovi imballaggi, questo articolo ti aiuta a ragionare da ingegnere, non da marketer.
I 5 miti della sostenibilità nel packaging
Mito 1: “La bioplastica è sempre meglio della plastica tradizionale”
- La meta-revisione del 2024 “How does plastic compare with alternative materials in the packaging sector? A systematic review of LCA studies” analizza 53 studi tra 2019 e 2023. In molti casi le plastiche convenzionali (PP, PET, ecc.) risultano comparabili, se non migliori, rispetto a bioplastiche o materiali alternativi, a seconda delle categorie d’impatto considerate.
- Le bioplastiche ottengono benefici soprattutto su cambiamento climatico ed esaurimento delle risorse fossili ma non necessariamente su uso del suolo, consumo d’acqua, eutrofizzazione o altri indicatori ambientali.
Mito 2: “Il cartone/carta è automaticamente più sostenibile della plastica”
- Il report del United Nations Environment Programme (UNEP) 2022 sulle LCA degli imballaggi alimentari conclude che non c’è un materiale “vincente” in assoluto: l’impatto dipende fortemente dal tipo di alimento, logistica, trasporto, fine vita, possibilità di riciclo o compostaggio.
- In alcuni casi plastica leggera monomateriale può risultare più efficiente rispetto a carta o imballaggi rigidi, specialmente se permette riduzione degli sprechi alimentari o barriera adeguata.
Mito 3: “Compostabile = sostenibile”
- Il concetto di compostabilità ha senso solo se esiste un sistema di raccolta e impianti adeguati per il compostaggio industriale o organico. Il report UNEP evidenzia che promuovere bioplastiche biodegradabili senza infrastrutture reali rischia di generare gli stessi impatti (o peggiori) della plastica tradizionale.
- Se il packaging compostabile finisce nel flusso errato (indifferenziato, plastica, rifiuti misti), il beneficio ambientale svanisce
Mito 4: “Meno plastica = automaticamente più sostenibile”
- Il report UNEP e le LCA sintetizzate mostrano che ridurre la quantità di materiale non basta: l’impatto ambientale complessivo dipende anche da quanto packaging evita sprechi di cibo, da logistica, trasporto, shelf-life. In certe categorie, come latticini, freschi, carne, lo spreco alimentare pesa molto più del packaging.
- Se un packaging leggero non protegge bene e aumenta rotture o scarti, il bilancio ambientale può peggiorare.
Mito 5: “Il packaging riciclato costa troppo / non conviene”
- Le analisi LCA mostrano che un imballaggio riciclato o plastica convenzionale ben progettata può risultare competitive o più efficienti rispetto a soluzioni alternative, soprattutto quando si considera il ciclo completo (produzione, uso, fine vita).
- Il costo iniziale per kg non è l’unica variabile: conta come il materiale si comporta nella logistica, nel riciclo, nella gestione del fine vita, e quanto può essere penalizzato un imballaggio non riciclabile nei nuovi contesti normativi e di responsabilità estesa.
Framework decisionale: quattro pilastri
Per muoversi oltre slogan e marketing, serve un metodo basato su dati. Si può considerare questo sistema operativo in quatto fasi:
Life Cycle Assessment (LCA) completa
- Non fermarsi al materiale: considerare tutto — produzione, trasformazione, trasporto, uso, fine vita.
- Includere scenari realistici: spreco alimentare, tassi di riciclo reali, condizioni locali di smaltimento.
- Solo così emergono compromessi spesso inattesi: plastica leggera può avere impatto ambientale inferiore a materiali “eco” inefficienti.
Analisi economica reale (TCO: total cost of ownership)
- Non valutare solo €/kg del materiale.
- Considerare costi di logistica, trasporto, stock, eventuali richiami, resi, adeguamenti impianti, fine vita.
- In molti casi un packaging riciclato o convenzionale ben studiato conviene più di materiali “eco-trendy”.
Verifica dell’infrastruttura reale per fine vita
- Prima di adottare compostabili o bioplastiche, verificare che nei mercati di vendita esistano impianti di compostaggio o riciclo.
- Se non ci sono, il beneficio ambientale è teorico. Test performance su scala reale.
- Valutare prestazioni su shelf-life, barriera, logistica, compatibilità con linee di produzione / confezionamento.
- Solo se il materiale regge i test si può considerare come opzione valida.
Limiti: perché non esiste un caso studio “universale”
Non esistono attualmente studi pubblici che forniscano una LCA comparativa, economica e operativa per un caso standard (es. vasetto yogurt 125g) che includa tutte le opzioni (plastica riciclata, bioplastica, carta rivestita) e tutte le variabili (impatto, costi, riciclabilità, logistica, shelf-life). Le ragioni:
- le LCA raramente includono scenari di fine vita realistici (riciclo, raccolta, compostaggio) per tutti i materiali.
- le performance tecniche (barriera, shelf-life) dipendono da formulazioni, trattamento, produzione, non solo da materiale, perciò molto difficili da generalizzare.
- le condizioni di raccolta e riciclo cambiano da paese a paese: un materiale “riciclabile” in teoria può risultare non riciclato nella pratica se non c’è infrastruttura.
Per questo motivo ogni progetto di packaging “sostenibile” va pensato come un progetto ingegneristico ad hoc: niente formule universali.
Cosa significa il nuovo contesto normativo
Il contesto regolamentare europeo dà una spinta forte a chi voglia differenziarsi con packaging responsabile. Il report UNEP consiglia un approccio “life cycle thinking”, considerando la funzione del packaging (protezione, shelf-life, riduzione spreco) e le reali possibilità di riciclo o riuso.
In pratica: per un’azienda alimentare, cosmetica o farmaceutica significa implementare un processo strutturato di valutazione materiali, non affidarsi a claim superficiali o “ambientalismi” di moda.
Conclusione
Una strategia packaging davvero sostenibile non nasce da dichiarazioni green né da tabelle di marketing. Nasce da analisi, scelte consapevoli, test reali, dati, contesto. Per ogni linea, prodotto, mercato.
Da intermediario tecnico-commerciale che opera tra produttori e clienti, chi vuole fare la differenza, come noi, deve offrire non promesse, ma strumenti: LCA, analisi TCO, verifica infrastrutture, test. Solo così il packaging diventa sostenibile davvero, e l’“eco” non è decorazione ma logica.
Se hai un progetto concreto, un prodotto, un imballaggio, un cambio materiale, possiamo guardarlo insieme: valutare rischi e benefici, costruire scenari realistici, tradurre la normativa in operatività.
Fonti e bibliografia:
- Dolci G., Puricelli S., Cecere G., Tua C., Fava F., Rigamonti L., Grosso M. (2024)
How does plastic compare with alternative materials in the packaging sector? A systematic review of LCA studies (2019-2023).
Waste Management & Research.
DOI: 10.1177/0734242X241241606
Link: journals.sagepub.com / re.public.polimi.it (versione open access). - UNEP – United Nations Environment Programme (2022/2023)
Single-use supermarket food packaging and its alternatives: Recommendations from Life Cycle Assessments.
Life Cycle Initiative.
Report completo disponibile su lifecycleinitiative.org - Giacovelli C. (UNEP) – Presentazione al Food Packaging Forum (Zurigo, 2023)
Key findings from UNEP’s work on food packaging and sustainability.
Documento pubblico scaricabile da foodpackagingforum.org - Arfelli F. et al. (2024)
Environmental impacts of food packaging: scoping review e analisi comparativa.
Università di Bologna – Alma Mater Studiorum.
Repository ufficiale: cris.unibo.it - Papers e review internazionali su LCA del food waste correlato al packaging (2023–2024)
- A scoping review of food packaging life cycle assessments that account for packaging-related food waste(2024).
Disponibile su ResearchGate (autori e rivista verificabili)
- A scoping review of food packaging life cycle assessments that account for packaging-related food waste(2024).
- Normativa e standard su compostabilità / biodegradabilità
- EN 13432 – Requirements for packaging recoverable through composting and biodegradation (norma europea).
- Documentazione esplicativa disponibile tramite CEN e enti certificatori ufficiali.
- Documenti istituzionali sul sistema di riciclo europeo e requisiti di riciclabilità
- Direttiva e documenti interpretativi sulla gestione dei rifiuti d’imballaggio disponibili sul sito della commissione Europea (DG ENV).
- Rapporto “Packaging Waste and Recycling in the EU” (Commissione Europea, ultimo aggiornamento pubblico 2024).